La stampante 3D per metallo Studio System è stata scelta come soluzione strategica per i progetti di prototipazione dal Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano.
L’azienda statunitense Desktop Metal – nata con la mission di rendere la stampa 3D in metallo accessibile anche in house, e il Politecnico di Milano – una delle università di riferimento nel panorama internazionale (primo in Italia, terzo in Europa e settimo al mondo, secondo il QS ranking in ingegneria meccanica, aeronautica e manifatturiera nel 2019), hanno scelto Selltek, gruppo Dedem, come distributore e partner tecnologico per questo straordinario connubio tra istruzione tecnica avanzata e tecnologia 3D.
“Il sistema Studio System completa l’insieme delle tecnologie di Additive Manufacturing per materiali metallici disponibili nel laboratorio AddMe lab del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano” – ha commentato Bianca Maria Colosimo, Vice Direttore del Dipartimento con delega alla ricerca. “Grazie a Studio System, finanziato dal MIUR sul bando dei Dipartimenti di Eccellenza, saremo in grado di portare avanti l’attività di ricerca in diversi ambiti: dallo studio e modellazione di processo al monitoraggio e controllo attraverso big-data. Di grande interesse sarà per il nostro gruppo di ricerca il tema del confronto tra tecnologie, per valutare le potenzialità del processo Bound Metal Deposition (BMD) di Desktop Metal, rispetto alle altre soluzioni attualmente disponibili sul mercato per la stampa 3D di materiali metallici”.
Data courtesy of Politecnico di Milano
La stampante 3D per metallo Studio System è una piattaforma completa, che rende possibile la realizzazione di geometrie complesse in metallo, a portata di PMI, grazie a costi molto più contenuti rispetto alle stampanti a letto di polvere (circa la metà) e a un funzionamento molto più semplice e sicuro.
Avvalendosi del processo Bound Metal Deposition (BMD), non utilizza polveri pericolose, laser o fascio di elettroni; grazie ad un software in cloud che semplifica l’intero flusso di lavoro, non richiede operatori dedicati; è sufficiente spostare le parti da una stazione all’altra.
Sicurezza e semplicità sono al centro del sistema, che con facilità rispetto ad altre lavorazioni crea parti in metallo in additive manufacturing ad altissima qualità e con un costo per parte molto più competitivo.
Data courtesy of Politecnico di Milano
La stampante 3D per metallo Studio System è al momento in grado di stampare acciai, ma presto sarà in grado di stampare inconel, rame e acciai per utensili.
Prototipazione funzionale, creazione di piccole serie e ricerca e sviluppo sono gli ambiti di maggiore utilizzo, ma, creando parti definitive, la stampante può coprire tutte le principali esigenze produttive.
“La produzione con la tecnologia di stampa 3D – ormai sempre più volta non solo ai prototipi, ma anche alla produzione in serie – ha un potenziale rivoluzionario per i processi industriali e l’industria manifatturiera” – spiega Giorgio Biggio, Capo divisione 3D del Gruppo Dedem. “Il mercato della stampa 3D è ancora piccolo ma è destinato a crescere con ritmi interessanti: il tasso di crescita annuo è del 27% e l’industria di settore dagli 11 miliardi di dollari del 2015 raggiungerà i 26,7 entro la fine dell’anno.” – continua Biggio “Il mercato dell’Europa occidentale entro la fine dell’anno varrà 7,2 miliardi di dollari, con un tasso medio annuo di crescita superiore a quello mondiale: 29,6%. Questi sono i numeri relativi al settore 3D, ma per coglierne appieno le potenzialità, va considerato che il settore manifatturiero nel suo complesso vale 12 trilioni (miliardi di miliardi) di dollari. Tutti dati che, nell’ottica di una differenziazione aziendale, hanno contribuito a convincere Dedem a investire nel 3D, puntando ancora una volta su prodotti di eccellenza e partner di massima affidabilità e competenza come Selltek”.
Le applicazioni industriali della stampa 3D sono moltissime e spaziano tra settori molto diversi e stragici: architettura, aerospazio, medicina, intrattenimento, automotive, gioielleria, moda, industria meccanica e manifatturiera, nautica, elettronica.
La stampa 3D diventa sempre più uno strumento quasi intrinseco all’industria 4.0, capace di attualizzare le professioni tradizionali. E se per tanti anni è stata accessibile soltanto alle grandi imprese a causa di costi di investimento proibitivi, la situazione adesso è cambiata.
Secondo la società tedesca Roland Berger le tecniche di metal 3D printing potrebbero essere «the next big thing» dell’industria manifatturiera. E in molti scommettono che proprio le stampanti 3D saranno all’origine di una nuova rivoluzione, forse persino in grado di modificare le basi delle economie di scala, nella direzione della personalizzazione di ogni singolo prodotto.
Accanto alla produzione di massa di scala – dove il costo di produzione per unità diminuisce all’aumentare della quantità di produzione – prende posto una produzione additiva, in cui allo stesso costo possono essere creati prodotti accessoriati o persino personalizzati.
La stampa 3D ha il potenziale di creare una nuova categoria di prodotto, di eliminare la necessità di complesse catene di approvvigionamento e gli sprechi eccessivi attraverso il decentramento della produzione, il valore e la conoscenza del prodotto.
“L’Italia“ commenta il Capo divisione 3D del Gruppo Dedem “è il secondo Paese manufatturiero d’Europa: per mantenere la posizione deve giocare questa partita. Il suo tessuto di Pmi, per partecipare a quella che viene definita “la quarta rivoluzione industriale”, ha il dovere di acquisire nuove competenze”.